Carla Iacono
Carla Iacono vive e lavora a Genova, utilizzando fotografia, collage e installazione. La sua ricerca, incentrata sui temi del corpo e della metamorfosi, analizza principalmente il periodo dell’adolescenza e i suoi riti di passaggio, enfatizzandone rappresentazione e simbologia con la presenza di elementi autobiografici.
Ha poi affrontato il delicato tema della strumentalizzazione delle diversità, arricchendo il proprio lavoro con riflessioni sulle difficoltà di dialogo; la serie fotografica Re-velation, sul tema del velo nelle varie culture, è stata esposta in importanti musei e luoghi d’arte.
Le sue opere sono pubblicate in numerosi cataloghi in Italia e all’estero e presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui il Musinf di Senigallia, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, il Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova.
Quella di Carla Iacono è un’arte di segno concettuale che utilizza un misto di sogno, ironia, ambiguità e fantasia per svelare frammenti di memoria o d’inconscio, che riaffiorano in forma visibile dalla profondità dell’invisibile.
CELLA EX CARCERE SANT’AGOSTINO
Educazione alla memoria
Educazione alla memoria sottolinea come perpetuare la memoria e ricercare le proprie radici sia necessario per mantenere la libertà conquistata dalle precedenti generazioni. Il progetto di Carla Iacono include quattro installazioni, ciascuna legata alla narrazione, sommando il potere di immagini e scrittura per stimolare riflessioni.
La zona grigia, titolo ripreso da Primo Levi, è in memoria di Giuli, zio dell’artista, ucciso a Mauthausen-Gusen: una tavola con una coperta appartenuta allo zio e la copia di un rasoio con cui è stato sgozzato un kapò è essa stessa area grigia che confonde la percezione, negando la semplicità del giudizio morale. Il libro d’artista cita Tu passerai per il cammino di V. Pappalettera, in cui Iacono ha ritrovato traccia dello zio.
Rebecca e Rosaspina cita il romanzo di J. Yolen, Rosaspina, riscrittura della fiaba Bella addormentata nel bosco, ambientata nelle foreste della Germania e metafora dell’Olocausto.
La stanza dei giochi ricorda il recupero di 25 bambini sopravvissuti all’Olocausto in una villa nella campagna del Surrey, con la supervisione di Anna Freud. È metafora del percorso riabilitativo in cui stati d’animo contrastanti si alternano in una lotta interiore verso un nuovo equilibrio.
Musica per Stanisław si ispira alla storia di S. Grzesiuk, prigioniero a Mauthausen-Gusen, che riuscì ad aiutare altri compagni grazie alla musica. Iacono utilizza le rappresentazioni dei contrassegni usati per classificare i prigionieri, applicandoli a collage su spartiti tedeschi vintage.